Il cardinale dedica una tappa della missione al campo profughi di Kfardlakos, a Tripoli. Una striscia di terra, tra tendoni e casupole con anche 7 persone all’interno, dove la Caritas distribuisce aiuti e mette a disposizione una clinica mobile. Aiuti che non bastano: “Siamo pieni di debiti, abbiamo fame e freddo, i nostri figli si arrabbiano quando vedono al telefonino altri bambini mangiare carne”. La speranza è di tornare in Siria: “Ma lì non è più casa”